Il cuore incorrotto della beata Pauline Marie Jaricot
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IL CUORE INCORROTTO DELLA BEATA PAULINE MARIE JARICOT
Il nome di Pauline Marie Jaricot (1799-1862) potrebbe non dire molto a tanti italiani. Eppure è un nome importante, essendo quello una religiosa francese, fondatrice dell'Opera della Propagazione della fede, che esattamente lo scorso anno - il giorno 22 maggio - è stata beatificata. Proprio tale circostanza, riporta Le Figaro, ha consentito di approfondire quello che si presenta a tutti gli effetti come un enigma.
Sì, perché il cuore della donna è al centro di un fenomeno straordinario: dal 1862 a oggi non pare aver conosciuto lo scorrere del tempo, risultando in uno stato di perfetta conservazione. Non a caso trattasi di reliquia oggetto di devozione. Ma una reliquia - ecco il punto, riportato dal giornale francese - su cui è stata appena effettuata una perizia di biologia molecolare che, sorprendentemente, non ha saputo smentire che affetto l'eccezionalità del prodigio.
Eccezionalità per la scienza, s'intende. La devozione cristiana è infatti già a conoscenza di episodi di episodi di alcuni grandi santi che sono stati miracolosamente risparmiati dalla corruzione post mortem della carne. Un nome tra tutti, per esempio, è quello di san Padre Pio di Pietrelcina (1887-1968), le cui spoglie pare perfino esalassero profumi soavi...ma torniamo al nuovo mistero con cui i media francesi si ritrovano ora a dover fare i conti.
C'è infatti un particolare che getta nuova luce, forse, sulla vicenda che ha per protagonista Pauline Jaricot, figlia di ricca famiglia lionese che divenne nota anche come l'ispiratrice dei «rosari viventi», vale a dire di gruppi di preghiera in cui i fedeli si uniscono all'unisono recitando il santo rosario e facendo l'elemosina ai bisognosi. Il particolare, da tenere a mente, è questo: lei per prima, in vita, ebbe un problema cardiaco che, dopo un pellegrinaggio alla tomba di santa Filomena, incredibilmente svanì.
La futura beata morirà tempo dopo, sempre in povertà e già «in odore di santità». Il suo cuore incorrotto diviene tempo dopo, custodito in un apposito reliquiario e oggetto di devozione da parte dei fedeli. Oggetto di devozione al punto che nel 2021, con l'accordo della diocesi di Lione, un team di scienziati tra cui Philippe Charlier, medico legale, del museo del Quai Branly, dell'Aphp - acronimo di Assistance publique des hospitals de Paris - e di archeologi, ha esaminato il cuore della religiosa, custodito in un reliquiario sigillato nella chiesa di Saint-Polycarpe dal 1880.
Ebbene, grande è stata la sorpresa degli scienziati nell'appurare i seguenti aspetti. Primo, il cuore di Pauline Jaricot presenta un eccezionale stato di conservazione pur senza evidenziare alcun segno di imbalsamazione; secondo, sempre quel cuore - riferisce Le Progrès - non presenta segni di cardiopatia. Dunque delle due l'una: o i testimoni dell'epoca, medici inclusi, si erano sbagliati nel riferire che la futura beata soffriva di problemi cardiaci oppure, semplicemente, davvero lei fu protagonista, come poc'anzi riportato, di una guarigione miracolosa...
Ecco che allora un solo cuore si trova oggi al centro neppure di uno, bensì di due miracoli eccezionali. E a certificarlo, strano ma vero, è quella stessa scienza, che non può fare altro - come accade in casi di questo genere - che fermarsi, senza aggiungere o togliere nulla alle spiegazioni che si danno fedeli e pellegrini che, nella vita della fondatrice dell'Opera della Propagazione della fede, trovano un luminoso esempio da seguire.
Nota di BastaBugie: ecco la voce completa pubblicata da Wikipedia sulla beata Pauline Marie Jaricot la cui memoria cade il 9 gennaio.
Pauline Marie Jaricot, ultima di otto fratelli, figlia di un piccolo industriale della seta, nacque a Lione il 22 luglio 1799. Il padre preferì farla battezzare di nascosto da un prete refrattario, piuttosto che dal parroco di Saint Nizier, che aveva giurato sulla Costituzione civile del clero. Fin dalla giovane età, Pauline sentì molto parlare del lavoro e dell'eroicità dei missionari nelle terre lontane.
Da ragazza fece voto di castità e abbandonò le ricchezze di famiglia vivendo nella povertà. Nel 1817, in seguito a una specie di illuminazione avvenuta la Domenica delle Palme, fondò con altre persone il gruppo delle Riparatrici del Cuore di Gesù sconosciuto ed offeso. In seguito, apprese dal fratello sacerdote Phileas che i preti delle Missioni Estere di Parigi versavano in serie difficoltà economiche. Così, per raccogliere denaro, Pauline e le sue compagne crearono un'associazione, che nel 1822 assunse il nome ufficiale di Opera della Propagazione della Fede. Questo istituto giocò un ruolo fondamentale nello sviluppo del movimento missionario francese del XIX secolo. Alla fine del secolo l'Opera era presente in tutti i Paesi della cristianità.
Ammalatasi gravemente, intraprese un pellegrinaggio sulla tomba di santa Filomena a Mugnano. Fu l'occasione per incontrare papa Gregorio XVI, che approvò la sua Opera e le donò la sua benedizione.
Pauline morì il 9 gennaio 1862 nella miseria e nell'indifferenza generale.
Con papa Benedetto XV l'Opera fondata da Pauline Jaricot diventò pontificia e trasferì la sua sede da Lione a Roma.
Papa Giovanni XXIII la dichiarò venerabile nel 1963. Il 26 maggio 2020 papa Francesco approvò un miracolo attribuito all'intercessione di Pauline, aprendo così la strada alla sua beatificazione, che è stata celebrata nella cattedrale di Lione dal cardinale Luis Antonio Tagle il 22 maggio 2022.
Per la beatificazione la Chiesa cattolica ha considerato miracolosa la guarigione, avvenuta nel 2012, di Mayline Tran, di tre anni e mezzo, ricoverata all'ospedale "Femme Mère Enfant" di Lione in stato vegetativo, causato da "anossia cerebrale prolungata per ostruzione delle alte vie respiratorie da corpo estraneo alimentare, con arresto cardio-respiratorio". I medici ritenevano che, qualora fosse sopravvissuta, non avrebbe potuto più parlare né camminare, e si decise di evitare l'accanimento terapeutico, provvedendo alla nutrizione enterale e all'idratazione. Dopo l'iniziativa di preghiere per ottenere l'intercessione della venerabile Paolina Maria Jaricot, la bambina recuperò l'autonomia motoria e la comprensione del linguaggio, in assenza di conseguenze neurologiche. Il padre della piccola, non credente, decise di farsi battezzare. Nel novembre 2019 la Consulta Medica giudicò l'accaduto scientificamente inspiegabile. I Consultori teologi, nel dicembre dello stesso anno, dichiararono la guarigione miracolosa e ottenuta per intercessione di Pauline Jaricot.
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IL CUORE INCORROTTO DELLA BEATA PAULINE MARIE JARICOT
Il nome di Pauline Marie Jaricot (1799-1862) potrebbe non dire molto a tanti italiani. Eppure è un nome importante, essendo quello una religiosa francese, fondatrice dell'Opera della Propagazione della fede, che esattamente lo scorso anno - il giorno 22 maggio - è stata beatificata. Proprio tale circostanza, riporta Le Figaro, ha consentito di approfondire quello che si presenta a tutti gli effetti come un enigma.
Sì, perché il cuore della donna è al centro di un fenomeno straordinario: dal 1862 a oggi non pare aver conosciuto lo scorrere del tempo, risultando in uno stato di perfetta conservazione. Non a caso trattasi di reliquia oggetto di devozione. Ma una reliquia - ecco il punto, riportato dal giornale francese - su cui è stata appena effettuata una perizia di biologia molecolare che, sorprendentemente, non ha saputo smentire che affetto l'eccezionalità del prodigio.
Eccezionalità per la scienza, s'intende. La devozione cristiana è infatti già a conoscenza di episodi di episodi di alcuni grandi santi che sono stati miracolosamente risparmiati dalla corruzione post mortem della carne. Un nome tra tutti, per esempio, è quello di san Padre Pio di Pietrelcina (1887-1968), le cui spoglie pare perfino esalassero profumi soavi...ma torniamo al nuovo mistero con cui i media francesi si ritrovano ora a dover fare i conti.
C'è infatti un particolare che getta nuova luce, forse, sulla vicenda che ha per protagonista Pauline Jaricot, figlia di ricca famiglia lionese che divenne nota anche come l'ispiratrice dei «rosari viventi», vale a dire di gruppi di preghiera in cui i fedeli si uniscono all'unisono recitando il santo rosario e facendo l'elemosina ai bisognosi. Il particolare, da tenere a mente, è questo: lei per prima, in vita, ebbe un problema cardiaco che, dopo un pellegrinaggio alla tomba di santa Filomena, incredibilmente svanì.
La futura beata morirà tempo dopo, sempre in povertà e già «in odore di santità». Il suo cuore incorrotto diviene tempo dopo, custodito in un apposito reliquiario e oggetto di devozione da parte dei fedeli. Oggetto di devozione al punto che nel 2021, con l'accordo della diocesi di Lione, un team di scienziati tra cui Philippe Charlier, medico legale, del museo del Quai Branly, dell'Aphp - acronimo di Assistance publique des hospitals de Paris - e di archeologi, ha esaminato il cuore della religiosa, custodito in un reliquiario sigillato nella chiesa di Saint-Polycarpe dal 1880.
Ebbene, grande è stata la sorpresa degli scienziati nell'appurare i seguenti aspetti. Primo, il cuore di Pauline Jaricot presenta un eccezionale stato di conservazione pur senza evidenziare alcun segno di imbalsamazione; secondo, sempre quel cuore - riferisce Le Progrès - non presenta segni di cardiopatia. Dunque delle due l'una: o i testimoni dell'epoca, medici inclusi, si erano sbagliati nel riferire che la futura beata soffriva di problemi cardiaci oppure, semplicemente, davvero lei fu protagonista, come poc'anzi riportato, di una guarigione miracolosa...
Ecco che allora un solo cuore si trova oggi al centro neppure di uno, bensì di due miracoli eccezionali. E a certificarlo, strano ma vero, è quella stessa scienza, che non può fare altro - come accade in casi di questo genere - che fermarsi, senza aggiungere o togliere nulla alle spiegazioni che si danno fedeli e pellegrini che, nella vita della fondatrice dell'Opera della Propagazione della fede, trovano un luminoso esempio da seguire.
Nota di BastaBugie: ecco la voce completa pubblicata da Wikipedia sulla beata Pauline Marie Jaricot la cui memoria cade il 9 gennaio.
Pauline Marie Jaricot, ultima di otto fratelli, figlia di un piccolo industriale della seta, nacque a Lione il 22 luglio 1799. Il padre preferì farla battezzare di nascosto da un prete refrattario, piuttosto che dal parroco di Saint Nizier, che aveva giurato sulla Costituzione civile del clero. Fin dalla giovane età, Pauline sentì molto parlare del lavoro e dell'eroicità dei missionari nelle terre lontane.
Da ragazza fece voto di castità e abbandonò le ricchezze di famiglia vivendo nella povertà. Nel 1817, in seguito a una specie di illuminazione avvenuta la Domenica delle Palme, fondò con altre persone il gruppo delle Riparatrici del Cuore di Gesù sconosciuto ed offeso. In seguito, apprese dal fratello sacerdote Phileas che i preti delle Missioni Estere di Parigi versavano in serie difficoltà economiche. Così, per raccogliere denaro, Pauline e le sue compagne crearono un'associazione, che nel 1822 assunse il nome ufficiale di Opera della Propagazione della Fede. Questo istituto giocò un ruolo fondamentale nello sviluppo del movimento missionario francese del XIX secolo. Alla fine del secolo l'Opera era presente in tutti i Paesi della cristianità.
Ammalatasi gravemente, intraprese un pellegrinaggio sulla tomba di santa Filomena a Mugnano. Fu l'occasione per incontrare papa Gregorio XVI, che approvò la sua Opera e le donò la sua benedizione.
Pauline morì il 9 gennaio 1862 nella miseria e nell'indifferenza generale.
Con papa Benedetto XV l'Opera fondata da Pauline Jaricot diventò pontificia e trasferì la sua sede da Lione a Roma.
Papa Giovanni XXIII la dichiarò venerabile nel 1963. Il 26 maggio 2020 papa Francesco approvò un miracolo attribuito all'intercessione di Pauline, aprendo così la strada alla sua beatificazione, che è stata celebrata nella cattedrale di Lione dal cardinale Luis Antonio Tagle il 22 maggio 2022.
Per la beatificazione la Chiesa cattolica ha considerato miracolosa la guarigione, avvenuta nel 2012, di Mayline Tran, di tre anni e mezzo, ricoverata all'ospedale "Femme Mère Enfant" di Lione in stato vegetativo, causato da "anossia cerebrale prolungata per ostruzione delle alte vie respiratorie da corpo estraneo alimentare, con arresto cardio-respiratorio". I medici ritenevano che, qualora fosse sopravvissuta, non avrebbe potuto più parlare né camminare, e si decise di evitare l'accanimento terapeutico, provvedendo alla nutrizione enterale e all'idratazione. Dopo l'iniziativa di preghiere per ottenere l'intercessione della venerabile Paolina Maria Jaricot, la bambina recuperò l'autonomia motoria e la comprensione del linguaggio, in assenza di conseguenze neurologiche. Il padre della piccola, non credente, decise di farsi battezzare. Nel novembre 2019 la Consulta Medica giudicò l'accaduto scientificamente inspiegabile. I Consultori teologi, nel dicembre dello stesso anno, dichiararono la guarigione miracolosa e ottenuta per intercessione di Pauline Jaricot.
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