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ArsLudicast 23: Viulenza!

 
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Violenza e videogiochi sono due temi che sono sempre andati a braccetto, come anche tutte le polemiche sull’argomento. Eccoci quindi a parlare della violenza videoludica, di quanto sia realmente necessaria e di come sia ormai universalmente accettato l’equivoco secondo cui i giochi maturi siano quelli violenti.

Oltre ad una disamina di Duke Nukem Forever ad opera del duo amante del trash Tagliaferri/Monopoli, non ci facciamo mancare osservazioni sulla cretineria di Kratos, valorizzate dal buon vecchio Vittorio Bonzi, che ci propone anche una convincente spiegazione sull’universalità dei giochi Nintendo. Rudin Peshkopia, uno degli ultimi veri uomini della Terra, vede la violenza quasi come una componente inevitabile per far divertire le persone mentre Matteo Anelli si chiede se Bioshock senza tutte quelle sparatorie sarebbe stato un gioco migliore. Poi si parla di Uncharted, Manhunt e di tanti altri titoli che hanno fatto della violenza più o meno esplicita il loro principale veicolo di successo.

Dove si ferma la violenza e inizia il gioco? Come al solito, potete lasciarci le vostre osservazioni qui sotto!

Vi ricordiamo che se volete assistere come ospiti al podcast, proporre un argomento di discussione o, perché no?, proporre un arrangiamento al Monopoli, potete farlo contattandoci a: arsludicast@arsludica.org o redazione@arsludica.org, oppure utilizzando l’apposito thread sul forum! E se volete darci una mano con una donazione non fatevi sfuggire gli sconti e le occasioni del nostro sponsor Amazon.

Scaricate l’episodio:

http://arsludica.s3.amazonaws.com/podcast/ArsLudicast_123_Viulenza_.mp3

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Brano in Apertura:
Gren Hill Zone (Sonic the Edgehog), composto da Masato Nakamura e arrangiato ed eseguito da Alessandro Monopoli

Brano in Chiusura:
Stage 1 (Cotton: Fantastic Night Dreams), composto da Kenichi Hirata


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Oltre ad una disamina di Duke Nukem Forever ad opera del duo amante del trash Tagliaferri/Monopoli, non ci facciamo mancare osservazioni sulla cretineria di Kratos, valorizzate dal buon vecchio Vittorio Bonzi, che ci propone anche una convincente spiegazione sull’universalità dei giochi Nintendo. Rudin Peshkopia, uno degli ultimi veri uomini della Terra, vede la violenza quasi come una componente inevitabile per far divertire le persone mentre Matteo Anelli si chiede se Bioshock senza tutte quelle sparatorie sarebbe stato un gioco migliore. Poi si parla di Uncharted, Manhunt e di tanti altri titoli che hanno fatto della violenza più o meno esplicita il loro principale veicolo di successo.

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