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I fumi provenienti dalle stampanti 3D - caratteristiche e rischi - in 5 minuti

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Le stampanti tridimensionali o 3D stanno diventando sempre più popolari man mano che i progressi tecnologici e i costi diminuiscono. Oggi, le stampanti 3D possono essere trovate ovunque, dai laboratori di ricerca, alle scuole, all'università, e anche nelle case di persone appassionate di tecnologia. Man mano che questi dispositivi diventano più comuni, sono state sollevate preoccupazioni sulle sostanze chimiche, in particolare i composti organici volatili (COV) e le particelle ultrafini che vengono emesse durante il loro utilizzo.

Nel 2017 uno studio americano ha rivelato che i quattro filamenti più comuni emettono tutti composti organici volatili (COV) anche a temperature inferiori alla temperatura di stampa. In particolare stiamo parlando di:

- ABS cioè acrilonitrile butadiene stirene

- PLA cioè acido polilattico (PLA),

- PET cioè polietilene tereftalato (PET)

- nylon.

Durante la stampa poi oltre a grandi quantità di composti organici volatili (COV) c'è la diffusione di particelle ultrafini, cioè, particelle inferiori a 100 nm . Tutto ciò può portare all'aggravamento dell'apparato respiratorio, per le persone già sensibilizzate.

Innanzitutto è saggio non stazionare vicino alla stampante durante la lavorazione. Un modo per proteggere le persone dall'esposizione a questi composti organici volatili (COV) è attraverso dei filtri fotocatalitici, che utilizzano la luce ultravioletta per limitare l'esposizione. Parliamo però di una soluzione costosa e adatta ad ambiti lavorativi.

Per l'uso domestico una buona pratica per l'utilizzo di stampanti 3D è una buona ventilazione della stanza. L'ideale sarebbe avere una separazione fisica della stampante in un ambiente isolato. Ad esempio si può pensare di posizionare la stampante in un piccolo locale dotato di finestra sempre aperta.

Queste sono solo alcune cose da sapere sui potenziali rischi di esposizione a sostanze chimiche respirabili e particolato associati all'uso di stampanti 3D. Per ulteriori informazioni su questo o altri problemi relativi alla qualità dell'aria interna, all'igiene industriale, alla scienza dell'edilizia, all'ambiente, alla salute o alla sicurezza, visita il nostro sito Web:

https://www.a2c.it

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Durante la stampa poi oltre a grandi quantità di composti organici volatili (COV) c'è la diffusione di particelle ultrafini, cioè, particelle inferiori a 100 nm . Tutto ciò può portare all'aggravamento dell'apparato respiratorio, per le persone già sensibilizzate.

Innanzitutto è saggio non stazionare vicino alla stampante durante la lavorazione. Un modo per proteggere le persone dall'esposizione a questi composti organici volatili (COV) è attraverso dei filtri fotocatalitici, che utilizzano la luce ultravioletta per limitare l'esposizione. Parliamo però di una soluzione costosa e adatta ad ambiti lavorativi.

Per l'uso domestico una buona pratica per l'utilizzo di stampanti 3D è una buona ventilazione della stanza. L'ideale sarebbe avere una separazione fisica della stampante in un ambiente isolato. Ad esempio si può pensare di posizionare la stampante in un piccolo locale dotato di finestra sempre aperta.

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