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Much is made about the creative decisions in ads for the Big Game, but how does all that money, those requisite celebrity cameos, and everything else that goes into these multi-million dollar investments translate into Return on investment? Today we’re going to talk about what the numbers tell us from all those high-profile ads and who the winners and losers of the Advertising Bowl are in 2025. To help me discuss this topic, I’d like to welcome Nataly Kelly, CMO at Zappi, who unveiled their annual Super Bowl Ad Success report on Monday. We’re here to talk about the approach, the results, and what those results mean for brands that invested a lot of money - and time - into their campaigns. About Nataly Kelly I help companies unlock global growth For more than two decades, I have helped scale businesses across borders, as an executive at B2B SaaS and MarTech companies. I’m Chief Marketing Officer at Zappi, a consumer research platform. I spent nearly 8 years as a Vice President at HubSpot, a multi-billion-dollar public tech company, driving growth on the international side of the business. Having served as an executive at various tech companies, I’ve led teams spanning many functions, including Marketing, Sales, Product, and International Ops. I’m an award-winning marketing leader, a former Fulbright scholar, and an ongoing contributor to Harvard Business Review. I love working with interesting people and removing barriers to access. RESOURCES Zappi website: https://www.zappi.io/web/ Connect with Greg on LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/gregkihlstrom Listen to The Agile Brand without the ads. Learn more here: https://bit.ly/3ymf7hd Don't miss a thing: get the latest episodes, sign up for our newsletter and more: https://www.theagilebrand.show Check out The Agile Brand Guide website with articles, insights, and Martechipedia, the wiki for marketing technology: https://www.agilebrandguide.com The Agile Brand podcast is brought to you by TEKsystems. Learn more here: https://www.teksystems.com/versionnextnow The Agile Brand is produced by Missing Link—a Latina-owned strategy-driven, creatively fueled production co-op. From ideation to creation, they craft human connections through intelligent, engaging and informative content. https://www.missinglink.company…
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Emittente antagonista Brescia Milano Cremona Trento Verona
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Emittente antagonista Brescia Milano Cremona Trento Verona
Alla Peoples’ Platform Europe di Vienna , la redazione di Radio Onda d’Urto ha avuto l’opportunità di intervistare una esponente del Kjar , l’ Organizzazione delle donne libere del Rojhelat , cioè il Kurdistan orientale , che si trova entro i confini dello stato iraniano . Per quanto riguarda la situazione generale in Iran , l’esponente del movimento di liberazione curdo spiega ai nostri microfoni che “da un lato Israele sta cercando di attaccare alla base il regime iraniano, c’è Trump e l’ordine imperialista globale che sta cercando di mettere pressione alla Repubblica islamica. Trump minaccia di dare il permesso a Israele di attaccare se l’Iran non parlerà con lui di nucleare. In questo momento Teheran deve decidere cosa fare. Le persone continuano a pensare a quando inizierà la guerra”. “Ma nella società – aggiunge la compagna analizzando la situazione attuale in Iran – si danno anche tante resistenze: a causa della repressione, della crisi. Le persone sono molto povere, ci sono lavoratori che non ricevono il salario da mesi o da anni. Ci sono stati molti scioperi dei lavoratori, dei movimenti femministi, delle donne. Ci sono scioperi degli studenti, ci sono manifestazioni ovunque. Io vedo due prospettive per l’Iran: forse ci sarà una guerra, o magari ci sarà una rivoluzione socialista , che inizierà all’interno della società. Naturalmente, noi vogliamo questo : una rivoluzione che parta dalla società … E non vogliamo una guerra “. Infine, abbiamo chiesto all’esponente del Kjar di spiegare quali sono le vere origini e il significato dello slogan “Jin Jiyan Azadi” , che durante le rivolte di massa a seguito dell’uccisione di Jina Amini nel 2022, si è diffuso dall’Iran in tutto il mondo: “il motto ‘Jin Jiyan Azadi’ – risponde – proviene dal movimento di liberazione curdo. È stato pronunciato per la prima volta da Abdullah Ocalan, che ha chiarito come senza la liberazione delle donne non otterremo mai una liberazione di tutta la società. Naturalmente, è servito molto tempo per arrivarci. È un pensiero, una filosofia molto profonda, alle cui spalle c’è molto dolore, molto lavoro, e la rivoluzione, come abbiamo visto per esempio in Rojava”. “Molte persone, soprattutto in Europa – aggiunge la militante curda – hanno cercato di ridurre questo slogan a una questione sull’hijab, ma ‘Jin Jiyan Azadi’ non ha a che fare solo con l’hijab, è un problema molto più grande “. L’intervista di Radio Onda d’Urto all’esponente del Kjar, l’Organizzazione delle donne libere del Rojhelat (Kurdistan orientale, entro i confini dell’Iran). Ascolta o scarica.…
Manca meno di una settimana alle elezioni politiche anticipate del 23 febbraio e la tensione, in Germania, non accenna a diminuire. In questo clima politico arroventato, ieri, domenica 16 febbraio, si è svolto il primo dibattito televisivo tra i principali candidati cancellieri . Il leader della Cdu Friedrich Merz, il leader dei Verdi Robert Habeck, il cancelliere uscente della Spd Olaf Scholz e la leader di Alternative für Deutschland (Afd) Alice Weidel si sono così scontrati, a favor di telecamera, sui propri programmi, ma soprattutto su immigrazione e crisi economica – ovvero le tematiche che da settimane polarizzano l’opinione pubblica tedesca – senza di fatto aggiungere nulla che non fosse già ampiamente atteso o previsto. Tuttavia, ieri è stata anche una giornata di protesta . In 38mila si sono infatti radunati a Berlino, nella centralissima e freddissima Bebelplatz, di fronte l’università Humboldt, per manifestare nuovamente contro l’estrema destra e per la democrazia . Una protesta che, al grido di “ Coraggiosi. Umani. Insieme ” ha rinnovato la chiamata alla mobilitazione contro i neonazisti di Alternative fuer Deutschland (Afd) partita a inizio di febbraio . Secondo gli ultimi sondaggi, il partito neonazista di Alice Weidel risulterebbe al momento al secondo posto, preceduto solo dai cristiano-democratici di Friedrich Merz. Al terzo posto, nella scala delle preferenze della popolazione tedesca, si posizionano al momento i socialisti della Spd. Ma nulla è ancora detto: c’è da vedere infatti se il partito di estrema sinistra Linke riuscirà a capitalizzare il fermento portato dalle mobilitazioni antifasciste, quanto peseranno nel lungo periodo le ingerenze di J.D. Vance e di Elon Musk in questa campagna elettorale e come uscirà l’Europa dalla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco. Le incognite, insomma, sono ancora molte . Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, il punto della situazione e l’analisi di Nicola Carella, nostro storico collaboratore in collegamento da Berlino, dove vive e lavora Ascolta o scarica…
Tutto pronto in Arabia Saudita per i primi colloqui tra Stati Uniti e Russia sulla guerra in Ucraina . L’amministrazione Usa ha dichiarato di voler raggiungere un cessate il fuoco in Ucraina entro Pasqua, il 20 aprile. Al tavolo non c’è Zelensky nè l’Unione Europea , che oggi – pur in un formato ridotto a una mezza dozzina di Paesi più Londra – sarà a Parigi per un meeting informale convocato da Macron. L’obiettivo è provare a non restare tagliati fuori dai negoziati sul conflitto in corso ormai da tre anni, a partire cioè dal 24 febbraio 2022, con il via dell’invasione militare russa in Ucraina. Il vertice di Parigi non coinvolge comunque tutta la Unione Europea; protesta l’Ungheria, paese politicamente vicino a Putin. Su Radio Onda d’Urto vi proponiamo le considerazioni di Fulvio Scaglione, giornalista e oggi direttore responsabile della testata www.insideover.com. Clicca qui per ascoltare o scaricare l’intervista. A distanza di tre anni dallo scoppio della guerra, il 24 febbraio 2025 la Rete italiana pace e disarmo ha intanto organizzato una giornata di “mobilitazione virtuale” dalle 10:00 alle 22:00 “per il cessate il fuoco in Ucraina, per ribadire il ripudio della guerra”. Clicca qui per maggiori informazioni. Abbiamo intervistato Francesco Vignarca della Rete italiana pace e disarmo. Clicca qui per ascoltare o scaricare l’intervista.…
Sabato 15 febbraio a Padova, durante un volantinaggio del CSO Pedro, si è verificato uno scontro con dei militanti fascisti di CasaPound, presenti con un gazebo per la raccolta firme sulla “remigrazione”. Mentre le militanti del centro sociale Pedro “si stavano apprestando – si legge in una nota dello stesso spazio sociale – a volantinare nelle piazze di Padova, hanno incontrato un presidio di Casapound, movimento dichiaratamente neofascista ed hanno reagito alle provocazioni di chi in quel momento propagandava istanze di odio xenofobo e razzista a tema remigrazione”. A seguito dell’episodio, avvenuto nel centrale Prato della Valle, 22 antifascisti sono stati portati in questura e trattenuti per 12 ore prima di essere rilasciati. A 12 di loro è stato notificato un foglio di via di 4 anni dalla città di Padova, “nonostante alcuni – spiega sempre il Pedro – siano studenti universitari con regolare contratto di affitto”. Disposti poi 11 avvisi orali, una lunga serie di denunce e 3 arresti per una compagna e due compagni, rimessi in libertà in attesa della direttissima. Da Padova Antonio Pio Lancellotti, redattore di Globalproject e del Pedro. Ascolta o scarica…
Si continua a morire di e sul lavoro in Italia e Brescia si conferma, purtroppo, tra le province più pericolose. un operaio di 44 anni, Michele Bernardi è morto a Ono San Pietro, in alta Vallecamonica: si tratta dell’azienda cosmetica Comin Parfum. L’uomo è stato schiacciato contro il muro da un macchinario che sposta bancali, per cause in fase di accertamento. Francesca Danesi, segretaria Filctem Cgil Sebino – Valle Camonica, da Ono San Pietro Ascolta o scarica…
Nel programma del secondo giorno della Peoples’ Platform Europe di Vienna , alle 18.30 era previsto l’intervento di un “relatore principale”, ma dall’organizzazione del meeting non era stato reso noto di chi si trattasse. Alle 18.30 in punto di sabato 15 febbraio, a salire sul palco dell’Audimax dell’Università di Vienna è Mahmut Şakar, avvocato di Abdullah Ocalan . Si tratta di una delle pochissime persone che hanno potuto incontrare il leader e cofondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan durante questi 26 anni di isolamento sull’isola-carcere di Imrali. Radio Onda d’Urto a Vienna, dopo il suo intervento, lo ha intervistato insieme al giornalista e nostro collaboratore di lungo corso Murat Cinar , senza la cui traduzione dal turco all’italiano questa conversazione non sarebbe stata possibile. “Ocalan ha sempre ribadito che la soluzione deve avvenire attraverso meccanismi democratici che puntino al consolidamento della pace. Oggi lo stato turco, forse per una serie di cause esterne, si trova di nuovo a essere costretto a tentare la strada del dialogo. Noi siamo sicuri che la posizione di Ocalan sarà quella anche questa volta, ma non possiamo avere la stessa certezza in merito alla posizione e alla volontà dello stato turco”, spiega Mahmut Şakar ai nostri microfoni in merito al possibile inizio, oggi, di un nuovo tentativo di apertura di un dialogo e un processo di pace tra la Repubblica di Turchia e il movimento di liberazione curdo. “I curdi conoscono bene lo stato turco – aggiunge – le sue scelte del passato e del presente, come il commissariamento o arresto dei sindaci del partito DEM in Turchia (in questi giorni è successo anche nella città di Van) e la politica aggressiva che Ankara porta avanti in Rojava. In questa situazione c’è un po’ di prudenza e incertezza. Io definirei lo stato psicologico dei curdi come ottimismo prudente oppure positivo-incerto “. Nei 26 anni di detenzione e isolamento, Ocalan ha letto e scritto molto, sviluppando la riflessione e l’autocritica che ha portato all’elaborazione del paradigma della modernità democratica , divenuto la bussola del movimento di liberazione curdo ispirando esperienze come quella dell’Amministrazione autonoma democratica della Siria del Nord e dell’Est, e l’organizzazione della società secondo il modello del confederalismo democratico. “Da quello che siamo venuti a sapere in occasione delle ultime visite a Imrali dei deputati del partito DEM, Ocalan ora è pronto a scrivere un libro sulla storia del socialismo e sulle caratteristiche e la storia del concetto di stato “, rivela Mahmut Şakar durante l’intervista. Su questo tema Şakar tiene a sottolineare che “stiamo parlando di una persona che non si è mai voluta definire un accademico e non ha mai scritto o prodotto idee per motivi professionali. È un leader – continua l’avvocato – è il leader di un popolo e di un’organizzazione, quindi si concentra sui problemi della sua gente, sulla possibilità di produrre delle soluzioni in merito alle crisi attuali. I suoi pensieri e i suoi obiettivi sono legati all’attualità ed è pronto, come leader, non come accademico, a proporre delle soluzioni”. Al termine dell’intervista, Mahmut Şakar ha voluto aggiungere le proprie conclusioni: “secondo la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) del 2014, dopo 25 anni di detenzione sotto forma di ergastolo in condizioni dure, dovrebbe scattare il meccanismo per il diritto alla speranza . Oggi, quindi, dobbiamo assolutamente parlare di una forma di libertà, che può essere totale oppure una semi-libertà. In ogni caso questa persona deve essere libera . Penso che sia giunto il momento di chiedere la sua libertà. In questo modo sarà in grado di condurre in modo libero e lucido un nuovo lavoro e disegnare un nuovo percorso. Questa è l’aspettativa del popolo curdo. È colui che può portare la pace. A livello politico e a livello giuridico, senz’altro, essendo passati 26 anni è giunto il momento per la sua liberazione ”. L’intervista di Radio Onda d’Urto a Mahmut Şakar, avvocato di Abdullah Ocalan. Ascolta o scarica.…
Curami – prima di tutto la salute , in onda ogni sabato mattina dalle 12.00 alle 12.30. Insieme a Donatella Albini , medica del centro studi e informazione sulla medicina di genere già delegata alla sanità del Comune di Brescia, e Antonino Cimino medico e referente di Medicina Democratica – Movimento di lotta per la salute di Brescia. La trasmissione viene replicata ogni mercoledi alle 12.30. Nella puntata di sabato 15 febbraio abbiamo affrontato il tema dei fondi sanitari integrativi nel welfare aziendale: è salute e sanità per tutti e tutte? Ne abbiamo parlato con Ivan Cavicchi , filosofo della medicina, sociologo e docente all’Università Tor Vergata, e Jorge Torre , responsabile contrattazione sociale CGIL. Ascolta o scarica.…
Contro la guerra e l’economia di guerra a Montichiari , Brescia, domenica mattina 16 febbraio presidio per dire “no all’invio di armi” dall’aeroporto d’Annunzio. Dalle 9 di questa domenica Donne in cammino per la pace, Caritas, circolo Legambiente Montichiari, associazione Cambiarotta e Vocabolari per la pace hanno indetto un presidio nel centro del paese bresciano, raccogliendo le firme per chiedere al Consiglio Comunale “di discutere sull’aeroporto civile, e del personale non militare, per il trasporto del materiale bellico”. L’intervista a Silvia di Legambiente Montichiari. Ascolta o scarica.…
Il Senato accademico dell’Università per stranieri di Siena, dietro iniziativa e un lungo lavoro compartecipato di studenti e studentesse, ha recentemente detto “no” al rinnovo dei tirocini svolti in convenzione con la Marina militare che vanno avanti da alcuni anni e che allo stato attuale appaiono quanto mai inopportuni. Di recente queste attività hanno visto gli studenti coinvolti indirettamente anche nell’esercitazione denominata, contraddittoriamente, “Mare Aperto”. A dispetto del nome fuorviante dato a questa esercitazione militare, una delle più vaste e complesse del mondo “occidentale” in Mediterraneo, coinvolgendo diversi paesi della NATO e non, è e rimane un’attività chiaramente militare e con finalità prettamente militari, sebbene agli studenti venga sempre proposta nella sua chiave stereotipata, dell’eventualità dell’uso della forza per la difesa della pace. Gli studenti e le studentesse del collettivo CRAVOS , nome che trae ispirazione alla rivoluzione dei garofani in Portogallo, sono invece convinti che la pace non vada “difesa” bensì “costruita”, proprio grazie alle conoscenze e alle competenze acquisite in campo accademico che in questo caso sono proprio ad hoc per questp tipo di approccio: parliamo, infatti, di intermediazione culturale, interpretariato e traduzione. Ciò che preoccupa particolarmente Rachele e Giorgia del collettivo, recentemente intervistate anche dall’Osservatorio contro la militarizzazione della Scuola e dell’Università , è lo scenario geopolitico che viene prospettato proprio da alcuni docenti e che renderebbe la vicinanza col mondo militare coerente appunto con l’eventualità di un conflitto bellico. Arrivare a questa decisione – sottolineano le due studentesse – non è stato semplice non solo per la ritrosia di alcuni docenti ma anche per l’inconsapevolezza/superficialità con cui gli studenti si approcciano a questo tipo di esperienza. I feedback contenuti nei documenti ufficiali parlano di una componente studentesca pienamente soddisfatta per quella esperienza formativa, avventurosa quanto basta e adeguatamente stimolante: “si guarda all’aspetto lavorativo e professionale in sé – affermano Rachele e Giorgia – sganciandolo totalmente dal contesto in cui si opera o si dovrà operare”. Se a questo ci si aggiunge la grande capacità di “marketing” della Marina che gioca su fattori indubbiamente vincenti come il mare, l’avventura, la navigazione e sul fatto, non trascurabile che non vi sono vincoli di spesa oppure organizzativi per “coccolare” le potenziali reclute il gioco è fatto: risulta difficile per una ONG o una cooperativa che lavora a contatto con i migranti competere su questo terreno per non parlare delle prospettive di carriera e di certezza dello stipendio. Al di là del proselitismo, in ogni caso, l’effetto collaterale di diffondere a 360° la “cultura della difesa”, versione riveduta e corretta della “cultura della sicurezza” pianificata a tavolino una quindicina d’anni fa, ripaga ampiamente tutta la filiera bellica, con Leonardo S.p.A. in testa che vede i profitti e i dividendi aumentare di giorno in giorno grazie agli attuali e futuri investimenti mortiferi da parte dei vari governi indipendentemente dal loro colore politico. Qui la puntata in podcast. Ascolta o scarica.…
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