PIRULÌ di Isabel Córdova Rosas e Alessandra Manfredi (focus)
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vedi libro: www.libri.it/piruli
La volpe Roberta ha tutto pronto per la nascita del suo volpacchiotto, e attende il grande momento con trepidazione. Quando finalmente il cucciolo nasce, lei e il suo compagno Renato scelgono di chiamarlo Pirulì e organizzano una grande festa per il battesimo, invitando tutti gli animali del bosco.
Gli anni passano, e crescendo Pirulì diventa ogni giorno più bello: i suoi occhi sono color del miele, il suo pelo è soffice come velluto, la punta della sua coda è candida come una nuvola… o almeno così appare agli occhi della sua mamma! I suoi genitori sono molto apprensivi, e non gli permettono di giocare con gli altri volpacchiotti, per paura che si sporchi la lucente pelliccia o che gli capiti qualche incidente. Un giorno, il cucciolo chiede alla mamma di portarlo con sé nella grande città di cui ha tanto sentito parlare. Roberta è molto spaventata all’idea di esporre il figlio ai pericoli della città ma, d’accordo con Renato, acconsente, per evitare che a forza di piangere Pirulì si rovini gli occhi scintillanti e le splendide ciglia.
Giunti in città, Pirulì contempla estasiato le meraviglie che lo circondano: alberi, negozi, fontane, fiori… e basta un attimo di distrazione di Roberta perché il piccolo sparisca nel nulla. In preda al panico, la volpe attraversa tutta la città chiedendo a ogni animale che incontra se ha visto il suo meraviglioso cucciolo, ma nessuno sembra averlo incrociato: né l’aquila dalla vista infallibile, né il gufo dallo sguardo che fende la notte, e neppure la saggia tartaruga centenaria… dipenderà forse dal modo in cui Roberta lo descrive?
La storia di Pirulì nasce dalla penna dell’amatissima scrittrice peruviana Isabel Córdova Rosas. Con semplicità e delicatezza, l’autrice ironizza sul modo in cui l’affetto che proviamo per i nostri cari ce li fa apparire sotto una luce a volte forse troppo lusinghiera. Lungi dall’incarnare lo stereotipo della furbizia, la famiglia di volpi ci intenerisce per il candore e l’ingenuità. La scelta della volpe come protagonista di questa storia non è casuale: si tratta infatti di un animale che appare spesso nella tradizione orale andina e nella mitologia quechua. Il volpacchiotto simboleggia allora il legame con la madrepatria della scrittrice, che vive e lavora in Spagna dal 1986 ma ha conservato un forte senso di appartenenza alla propria terra, dove si reca di frequente. Il nome del protagonista deriva invece da quello di una torre per le telecomunicazioni di Madrid, chiamata Torrespaña o, appunto, Pirulì (che in spagnolo significa “lecca-lecca”) per la sua particolare forma. Non a caso Roberta descrive il figlio dicendo che “Il suo muso è tanto fiero e appuntito quanto la torre più alta della città”!
Autrice di moltissimi libri per ragazzi e adulti tradotti in tutto il mondo, Isabel Córdova Rosas è stata anche insegnante e considera i libri una componente fondamentale della crescita dei bambini: “La lettura permette ai bambini di sviluppare l’immaginazione e le loro capacità di comprensione e, di conseguenza, potenziare al massimo la loro intelligenza. Inoltre consente loro di ampliare i propri orizzonti ed entrare in contatto con diverse culture. Le buone letture stimolano la creatività e lo sviluppo di un atteggiamento critico. E in tutto il processo di apprendimento della lettura, genitori e insegnanti giocano un ruolo fondamentale. I genitori dovrebbero leggere o raccontare storie ai loro figli fin da piccoli perché, come disse l’illustre scrittore José María Arguedas in una delle sue conferenze: ‘Gli uomini e le donne devono chinarsi sui libri da bambini, per non inginocchiarsi davanti ad altri esseri umani da adulti’”... continua
Mirta Cimmino
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